Ridurre gli errori medici: obiettivo primario della pratica clinica
Secondo uno studio del 2013 gli errori medici sono la terza causa di morte negli Stati Uniti. Migliorare la sicurezza nella cura della salute e ridurre gli eventi avversi sono obiettivi primari della pratica medica.
I metodi per individuare e analizzare tali eventi, inizialmente sviluppati in settori come l’industria, l’aviazione e il campo bellico, si sono estesi all’assistenza sanitaria dagli anni ’70, con numerose applicazioni a partire dagli anni 2000.
Attualmente, questi metodi sono strumenti rilevanti nella pratica clinica e sono soggetti a continuo sviluppo e divulgazione a livello nazionale e internazionale.
Eventi avversi: dall’atteggiamento reattivo a quello preventivo e alla logica no blame
Nel corso degli anni 2000, è emersa l’importanza di identificare, non solo le cause degli eventi avversi in campo medico, ma anche le inadeguatezze nel sistema.
Questo approccio mira a essere proattivo, comprendendo il contesto degli eventi avversi per anticiparli in futuro. Si è passati da una root cause analysis a una system analysis.
Si analizza non solo l’errore umano ma anche le condizioni del sistema che possono aver contribuito al verificarsi dell’evento avverso.
L’approccio no blame enfatizza la consapevolezza della deviazione dal protocollo anziché la colpevolezza.
Diversi studi indicano che gli eventi avversi sono una sfida significativa, e l’atteggiamento proattivo e la condivisione delle buone pratiche sono essenziali per il miglioramento.
La logica no blame favorisce la segnalazione spontanea degli incidenti. Nonostante le critiche ai metodi retrospettivi, la realtà dei problemi nella sicurezza del paziente e nella qualità delle cure è confermata anche da studi prospettici recenti.
La sicurezza del paziente e la qualità delle cure rimangono temi rilevanti, con revisioni a conferma della loro importanza nel tempo.
Sicurezza in anestesia: analisi, innovazione, e cultura della responsabilità
La sicurezza nell’ambito dell’anestesiologia costituisce un pilastro essenziale per garantire la qualità dell’assistenza sanitaria. La sua valutazione richiede la misurazione regolare di indicatori di processo e outcome.
L’obiettivo è quello di trasformare la qualità da un concetto puramente qualitativo a uno quantitativo e verificabile.
Pur essendo l’anestesiologia nota per i suoi elevati standard di sicurezza, non è immune da eventi avversi, che, sebbene rari, sono considerati inevitabili.
Le cause di morbilità e mortalità in anestesia possono derivare da modalità di trattamento subottimali, gestione clinica inefficiente, e problematiche organizzative.
L’analisi degli errori, che può manifestarsi come near miss, evento avverso o complicanza, è fondamentale per riconoscere le problematiche sottostanti e migliorare le pratiche.
In passato, gli errori umani rappresentavano la maggior parte degli eventi avversi prevenibili.
Recenti ricerche indicano una diminuzione di questa componente, evidenziando un aumento della responsabilità del sistema.
Ciò indica che, nonostante gli sforzi precedenti focalizzati sugli errori umani, fattori organizzativi come pressioni ambientali e carenze logistiche mantengono un ruolo significativo.
La filosofia no blame e i programmi di segnalazione rapida degli eventi negativi, giocano un ruolo chiave nel promuovere un miglioramento costante, sia dal punto di vista clinico che organizzativo.
Reporting degli eventi avversi
Il reporting volontario fornisce dati preziosi per comprendere gli eventi avversi e implementare misure correttive. L’adozione di protocolli clinici e organizzativi, insieme a programmi di risk management, si traduce in una riduzione dell’incidenza di complicanze o eventi avversi, con conseguente miglioramento della sicurezza del paziente.
Nonostante gli sforzi, mancano ancora set di indicatori perioperatori solidi e universalmente riconosciuti. Tuttavia, progetti come COMPAC-StEP stanno lavorando per armonizzare la segnalazione degli outcomes nei trials perioperatori, rappresentando un passo avanti significativo rispetto agli sforzi precedenti.
Il progetto ASA CCP (Anesthesia Closed Claims Project) è stato istituito per analizzare i risarcimenti delle compagnie assicurative nell’ambito dell’anestesiologia. L’obiettivo è identificare aree critiche e suggerire modalità per migliorare la qualità delle cure.
L’impegno per garantire la sicurezza perioperatoria richiede un approccio integrato che comprenda sia la dimensione clinica che quella organizzativa.
Questo approccio promuove una cultura no blame e incoraggia la segnalazione tempestiva degli eventi avversi, guidando l’innovazione continua e il miglioramento della qualità delle cure in anestesiologia.
Eventi avversi in anestesia: verso un futuro di sicurezza e qualità
Gli eventi avversi durante l’anestesia costituiscono un rischio significativo per i pazienti, indipendentemente dalla presenza di comorbidità.
Affrontare questa tematica richiede un salto qualitativo, basato sulla conoscenza approfondita dei problemi, chiarezza nelle definizioni, approcci preventivi e una cultura della multidisciplinarietà.
Le logiche di responsabilizzazione, la consapevolezza, e l’approccio no blame sono cruciali per gestire gli eventi avversi, che, sebbene inevitabili (to err is human), devono essere ridotti, soprattutto quando prevenibili.
Una valutazione preoperatoria adeguata, un monitoraggio intraoperatorio attento e un intervento tempestivo sono fondamentali per garantire la sicurezza del paziente e mantenere elevata la qualità della gestione anestesiologica.
Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo ATI14 del Dr. Andrea De Gasperi: “Gli eventi avversi in ambito anestesiologico: definizioni, risvolti organizzativi e applicazioni cliniche“
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